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TEAM LEWIS LEWIS

Di

LEWIS

Pubblicato il

Ottobre 2, 2017

Tag

Consulenza strategica, Personal Branding

Ogni fase che attraversiamo nel corso della nostra vita, richiede mentalità e abilità differenti. E per chi riesce ad arrivare alla carica di CEO, le cose si fanno particolarmente difficili. Raggiungere una posizione dirigenziale implica infatti la necessità di acquisire nuove competenze e, in un certo senso, dimenticare le vecchie certezze.


Ogni fase che attraversiamo nel corso della nostra vita, richiede mentalità e abilità differenti. E per chi riesce ad arrivare alla carica di CEO, le cose si fanno particolarmente difficili. Raggiungere una posizione dirigenziale implica infatti la necessità di acquisire nuove competenze e, in un certo senso, dimenticare le vecchie certezze.

Immaginiamo il percorso per diventare CEO: iniziare a lavorare subito dopo aver finito gli studi, e poi venire gradualmente promossi fino a raggiungere i livelli dirigenziali. Gli aspiranti leader, a scuola, venivano premiati quando erano in grado di riportare la conoscenza acquisita. Quando hanno iniziato a lavorare, invece, hanno capito che per svolgere al meglio i compiti richiesti servivano abilità completamente differenti, che possono essere riassunte come ‘problem-solving creativo’. Nella fase iniziale della loro carriera, venivano quindi ricompensati perché svolgevano il proprio lavoro nel modo più efficiente ed efficace possibile.

Poi, eccellendo nel proprio ruolo, sono stati promossi fino ai livelli dirigenziali. Questa transizione è una delle più complicate che si possono attraversare. Infatti, buoni impiegati non si trasformano necessariamente in buoni manager. In letteratura, viene chiamato il Principio di Peter: giudichiamo i candidati per una nuova posizione in base a come svolgono attualmente il proprio lavoro, e non in base alle capacità necessarie per il ruolo che andranno a ricoprire.

Per essere un buon leader, non basta più “fare” qualcosa. Di fatto, tutti coloro che sono riusciti a raggiungere questi livelli sono partiti dall’essere specialisti in qualcosa.  Hanno scalato uno dei lati della montagna – finance, sales, magari IT oppure HR. Una volta arrivati al top, scoprono però che niente di tutto ciò conta davvero. Iniziano ad essere giudicati da loro pari. E l’ampiezza di vedute e la capacità di comprensione diventano le cose più importanti. Come leader, ci si aspetta che tu “sia” qualcosa.

I CEO hanno bisogno di sviluppare competenze che non sono state valorizzate nella prima fase della loro carriera, come ad esempio parlare in pubblico e gestire le relazioni con i media. I leader devono essere brand. Essere il volto di un’organizzazione, però, non è qualcosa che viene naturale a chiunque. Per farlo al meglio è richiesta profonda attenzione, oltre all’assistenza da parte di specialisti. Storicamente, i programmi di comunicazione includevano la profilazione dei manager ma questi aspetti, sempre più, stanno diventando troppo importanti per essere solo una parte di un programma.

 Executive profiling con LEWIS EXPRO

È per tutti questi motivi che LEWIS ha introdotto un nuovo servizio dedicato proprio alle esigenze dei manager. EXPRO offre appunto servizi di executive profiling che includono il personal branding, il ghost authoring, il supporto alle conferenze, la gestione dei canali social personali e la formazione, nonché la consulenza per la gestione della crisi e l’analisi delle minacce.

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