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TEAM LEWIS

Pubblicato il

Maggio 29, 2025

Tag

AI, Content Marketing, Intelligenza artificiale, social media marketing

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    Ogni volta che scorro la home di qualche piattaforma social, fra gli innumerevoli post ce ne sono sempre di più che sembrano scritti proprio dall’Intelligenza Artificiale. Secondo alcuni studi, il 54% dei post in inglese più lunghi sono proprio scritti dall’AI. Il risultato? Una valanga di contenuti molto simili tra loro e spesso privi di personalità.


    Non fraintendermi: i contenuti generati dall’Intelligenza Artificiale possono essere un’ottima base da cui partire, purché tu aggiunga il tuo tocco personale. Ma come scrivere il post perfetto senza cadere nelle trappole dell’AI? Analizziamo insieme cinque errori comuni da evitare prima di condividere un post generato dall’AI con i tuoi follower.

    Errore 1: esagerare con le emoji

    ⭐️ Grande novità: stiamo lanciando un nuovo prodotto! ⭐️

    Un post generato dall’AI si riconosce subito da questa struttura: emoji all’inizio, titolo entusiasta e un’altra emoji alla fine. Le emoji messe a caso sono uno dei segnali più evidenti che stai leggendo un post creato con ChatGPT, quindi fai attenzione!

    Questo non significa che tu debba evitare completamente le emoji nei tuoi post, ma devi usarle con criterio, posizionarle dove hanno senso e scegliere quelle che sono davvero coerenti con il tuo messaggio.

    Personalmente, quando uso le emoji, mi limito a un massimo di due per post, evitando le tipiche emoji preferite dall’AI come 🚀, ✨ o ⭐️. Ad esempio, al posto delle stelline nell’esempio sopra, potrebbe avere più senso inserire un’emoji finale che richiami il nuovo prodotto.

    Errore 2: usare cliché e frasi fatte

    Le piattaforme di AI amano riempire i post con frasi vuote tipo “Sono lieto di annunciare che…”, “È fondamentale che…” o “Mi fa piacere comunicare che…”.

    Evita questi cliché e vai dritto al punto. Ad esempio, non scrivere: “Sono felice di annunciare che lanciamo un nuovo prodotto”, ma piuttosto: “È in arrivo un nuovo prodotto nel nostro assortimento”. In questo modo, il tuo post rimane autentico e diretto, mantenendo l’attenzione del lettore.

    Un buon post è breve e incisivo, senza giri di parole inutili, ed è capace di coinvolgere i follower. Aspetto fondamentale al giorno d’oggi, visto che la nostra soglia dell’attenzione è ai minimi storici e gli utenti scrollano distrattamente qualsiasi social media.

    Errore 3: usare male le maiuscole

    Molto spesso, gli algoritmi di Intelligenza Artificiale cercano di trasmettere l’entusiasmo utilizzando troppe maiuscole, soprattutto nei titoli. In inglese ci sono diverse convenzioni per l’uso delle maiuscole dei titoli ed è comune utilizzare la maiuscola per ogni sostantivo e aggettivo, oltre che alla prima parola della frase.

    In italiano e in molte altre lingue, però, non è così: si usa la maiuscola solo per la prima parola della frase e per i nomi propri. Quindi, quando scrivi il prompt, è bene specificare all’AI di seguire le regole grammaticali italiane. In questo modo, l’output sarà più professionale e meno “urlato”.

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    Errore 4: non aggiungere un tocco personale

    Ad esempio, LinkedIn è la piattaforma ideale per condividere contenuti di thought leadership, ma molte persone dimenticano un passaggio fondamentale quando condividono i post generati dall’AI: aggiungere la propria opinione o punto di vista. Cosa succede se non lo fai? Il post è vago, pieno di frasi generiche, senza una narrazione chiara o un messaggio preciso… Insomma, non traspare né autorevolezza né competenza.

    Supponiamo che tu sia CEO di un’azienda e voglia scrivere un post su LinkedIn. Un qualsiasi testo generato dall’AI potrebbe essere tipo:

    “La leadership è importante per il successo di ogni azienda. Un vero leader sa come motivare il team e prendere le decisioni giuste. Tutti dovremmo impegnarci per essere leader migliori.”

    Il testo è molto vago. Per migliorarlo, potresti raccontare perché la leadership è importante per te, condividere la tua esperienza personale, le sfide che hai affrontato e le lezioni apprese. Potresti anche spiegare cos’è per te una buona leadership o condividere il tuo punto di vista e l’impatto positivo che ha sul tuo team o sulla tua azienda. In questo modo, il tuo post risulterà personale, concreto e d’ispirazione per gli altri.

    Extra tip: non dimenticare di concludere il post con degli hashtag rilevanti e pertinenti! Sarà l’algoritmo della piattaforma a classificare al meglio il tuo post, così da amplificarne la reach.

    Errore 5: non aggiungere una CTA

    Molto spesso, ai post manca una Call to Action (CTA) chiara, fondamentale per incoraggiare le interazioni e generare engagement. Quindi, inseriscine sempre una alla fine del testo! Per esempio, nel prompt puoi specificare di concludere il post con un invito a commentare e condividere il post, oppure di cliccare su un link specifico. Questo spingerà il tuo pubblico a compiere un’azione.

    Morale della storia

    Usare l’Intelligenza Artificiale per scrivere un post sui social non è certo un reato, anzi: è uno strumento molto utile per organizzare le idee. Ma non dimenticare di metterci del tuo! Fai emergere la tua expertise e il tuo punto di vista, solo così il tuo post verrà percepito come autentico (e non creato da un robot).

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