Per quanto riguarda la sfera digitale, le fake news si diffondono attraverso piattaforme social, soprattutto Facebook e Twitter, attraverso messaggi dal tono forte, ingannevole e, appunto, falso. Anche le piattaforme di messaggistica istantanea, però, sono diventate veicolo di bufale e fake news di ogni tipo, prima fra tutte Whatsapp.
Ma chi le diffonde?
Sono molti i protagonisti in gioco e altrettanti gli scopi. Spesso la motivazione è quella della manipolazione politica o elettorale: si creano campagne di disinformazione orchestrate con informazioni false per screditare gli avversari politici, condizionando così l’opinione del pubblico per orientarlo verso il proprio partito. Un altro settore in cui vediamo spesso la diffusione di bufale è quello dell’economia. Tramite la creazione di fake news, gli esecutori si accaparrano contatti, ottenuti dalla forte e veloce diffusione delle notizie in rete, e guadagnano soldi con la pubblicità, in proporzione proprio al numero di contatti raggiunti.
Oggi sono molte le bufale in circolazione a proposito del rischio sanitario, delle misure di prevenzione e controllo della diffusione del Coronavirus e dei vaccini, pericolose perché possono far divulgare pratiche scorrette e aumentare il panico nella popolazione.
Grazie ai social network le bufale sono diventate un fenomeno sempre più frequente, pericoloso e con un impatto sociale maggiore rispetto al passato a causa dell’ampiezza del pubblico che riescono a raggiungere. Bisogna considerare che spesso si preferisce leggere il post di un utente sui social piuttosto che un giornale, un notiziario o una rivista, fonti generalmente più attendibili. Attraverso i messaggi privati la fiducia verso chi ci ha inoltrato un messaggio può dare una parvenza di credibilità ancora maggiore, anche se l’informazione potrebbe essere parziale, non del tutto vera o completamente falsa.
Altre volte, assistiamo anche alla creazione di profili falsi che si spacciano per fonti attendibili, costruendo perfettamente la notizia, tanto da farla sembrare certificata. Per questi motivi è importante essere sempre critici su quello che si legge sui social e ancora più attenti a ciò che si condivide, per evitare di diventare noi stessi “spacciatori di fake news”.
Come riconoscere le fake news?
Per riconoscere una bufala, la prima cosa a cui prestare attenzione sono sempre, sempre, sempre le fonti. Soprattutto in questo momento, meglio affidarsi alle fonti ufficiali e seguire le direttive ministeriali, piuttosto che dare credito a presunte ricerche, soluzioni per autodiagnosi e indicazioni non sempre corrette.
Ecco i nostri 10 consigli per riconoscere le fake news ed evitare di abboccare a una bufala:
Assicurarsi che la fonte esista veramente
Fai sempre una piccola verifica sul nome dell’autore dell’articolo. Se non trovi nulla su di lui o lei, potrebbe trattarsi un articolo non veritiero.
Confrontare altre fonti
Un indizio non è la tesi finale. Se leggi qualcosa di clamoroso, prima di fare qualsiasi commento a riguardo, ricerca la stessa notizia anche su altre testate. Verifica sempre che non sia una notizia isolata.
Esplora la fonte
Se un sito ti insospettisce, vai nella sezione “about us” o “chi siamo” e cerca di capire l’attività del soggetto in questione (azienda, società o singolo che sia).
Attenzione ai blog
Spesso i blog hanno diversi collaboratori che possono pubblicare commenti o addirittura articoli interi senza essere controllati a livello editoriale, pertanto potrebbero contenere fake news.
Siti amatoriali
Diffida dai siti che non hanno una grafica e un layout professionale.
Occhio alla data di pubblicazione
Controlla con una ricerca online se il fatto raccontato è davvero accaduto in tempi recenti. Può capitare che notizie vecchie siano pubblicate come nuove, assumendo così un altro significato perché estrapolate dal loro contesto originale.
Attenzione alle estensioni dei siti
Quando l’URL ha estensioni come “.lo” oppure “.com.co”, molto probabilmente si tratta di siti che cercano visualizzazioni con qualsiasi tipo di notizia. Sii sospettoso e verifica bene i contenuti.
Non farti ingannare dai “titoloni”
La maggior parte delle fake news si nasconde dietro titoli ambigui o troppo esagerati. Sono i cosiddetti titoli “clickbait”, o “acchiappaclic”. Sono pensati per essere cliccati, letti e condivisi molte volte e niente funziona meglio di un titolo sensazionalistico che genera indignazione per smuovere le persone e invogliarle a condividere.
Non farti attirare dalle belle immagini
È facile scambiare una foto con un’altra. A volte alcune immagini non sono legate al testo. Fai una piccola ricerca su Google o altri siti per verificarne l’attinenza. Attento anche alla presenza di loghi che potrebbero far pensare a notizie diffuse da organi ufficiali quando non è così. Reperire un logo e inserirlo in un’immagine, è piuttosto facile e potrebbe trarre in inganno anche un lettore attento.
Pensa prima di condividere
Chi scrive bufale, confida nella rapida diffusione. Non fare il loro gioco condividendo notizie false!
Un ultimo suggerimento
Di fronte alla crisi globale è sempre più difficile distinguere le notizie vere dalle bufale eppure non è mai stato così importante saper riconoscere le fake news, per evitare di diffondere pratiche scorrette o, ancora peggio, poco salutari per se stessi e per gli altri. Diffida dalle notizie, immagini, audio e video che possono arrivare da Whatsapp, Telegram o Messenger in cui la fonte non è chiara (e no, un audio che inizia con “Sono un medico” non è una fonte chiara). Anche le notizie dei giornali a volte possono essere parziali o poco precise, meglio cercare di leggere una stessa notizia su diverse testate.
Se hai dei dubbi, ricorda che, data la grande diffusione di fake news degli ultimi anni, alcune testate hanno messo a disposizione delle sezioni specifiche che si occupano proprio di verificare la veridicità di una notizia. In caso di dubbio meglio dare un’occhiata!