Negli ultimi mesi la FOMO si è fatta sentire per molti utenti europei che, come me, si sono sentiti tagliati fuori dalla frenesia iniziale dovuta al lancio del nuovo social network in casa Meta. Ma l’attesa è finita: dal 14 dicembre 2023 Threads è finalmente disponibile anche in Europa e si unisce alle altre piattaforme che si propongono in alternativa a Twitter/X, come BlueSky o Mastodon.
Vedi anche: Quando arriva Threads in Italia?
Se intorno al 4 dicembre Threads viaggiava sui 141 milioni di utenti, a un mese dal lancio in Europa se ne contano 160 milioni. È ancora presto per sapere se la community resterà su Threads e se il social riuscirà a sostituire completamente X, ma sicuramente è interessante porre le due piattaforme a confronto.
Threads vs. Twitter/X
A un mese dall’apertura del nostro profilo su Threads, mi sono fatta qualche idea su come funziona e sul perché non si tratta di una mera copia di Twitter/X.
Anzitutto, Threads permette agli utenti di registrarsi in modo super semplice e veloce, importando le informazioni di contatto già presenti su Instagram ed eventualmente anche i follower. L’immediatezza del processo di registrazione ha sicuramente influito sulla scelta di testare l’app, perché di fatto non è richiesto nessuno sforzo agli utenti e soprattutto i creator possono potenzialmente rivolgersi fin da subito a una community già fidelizzata sull’altro social. Per rispettare le normative e limitare la condivisione di dati fra i diversi servizi offerti, Meta permette di navigare sull’app anche senza creare un profilo ed è possibile disattivare l’account di Threads senza eliminare quello di Instagram.
In ogni caso, la possibilità di registrarsi attraverso Instagram determina un target di riferimento diverso da quello di X. La piattaforma in mano a Elon Musk ha un’audience fra i 25 e i 49 anni, mentre Threads si rivolge più verosimilmente agli utenti under 35 arrivati direttamente da Instagram. Stesso concetto di base per entrambe le piattaforme, ma pubblici e di conseguenza contenuti diversi.
Le due interfacce, invece, sono molto simili e si configurano come una bacheca semplice e pulita, su cui poter condividere i propri pensieri. Di fatto, però, le funzionalità offerte non sono del tutto sovrapponibili.
- Threads riprende l’hashtag, elemento iconico di Twitter/X, e lo sfrutta in modo diverso. Ogni post può contenere solo e soltanto un tag, ma è possibile scegliere un’intera frase (compresi spazi e caratteri speciali), rendendone la lettura decisamente più immediata. L’altra faccia della medaglia è che questo vincolo impedisce di utilizzare più categorizzazioni per uno stesso contenuto, risultando limitante in certi casi. Gli utenti di Twitter/X poi apprezzano molto la sezione dedicata agli argomenti in tendenza, cosa che invece manca su Threads.
- Entrambe le app di microblogging prevedono un limite al numero di caratteri: 280 per gli utenti non abbonati su Twitter/X, 500 per Threads con la possibilità di modificare il post entro 5 minuti dalla pubblicazione. Se poi parliamo di video, abbiamo una durata massima di 5 minuti su Threads contro i 2 minuti e 20 per la versione free di Twitter/X. Anche se Threads permette contenuti più lunghi, il consiglio è sempre quello di essere sintetici e accattivanti per riuscire a stimolare le interazioni da parte degli altri utenti.
Ci sono poi alcune caratteristiche di Twitter/X che ancora mancano a Threads:
- Non è possibile inviare messaggi diretti in piattaforma, ma è possibile condividere i thread nelle chat o nelle storie di Instagram.
- Non sono presenti metriche sull’andamento dei contenuti né annunci pubblicitari, quindi non è ancora possibile monetizzare su questo social.
Niente vieta che le mancanze vengano integrate in corso d’opera ascoltando i feedback degli utenti.
Alcune polemiche
Se la chicca dell’app è la possibilità di pubblicare note audio della durata massima di 30 secondi, è anche una delle funzionalità che ha fatto più discutere a causa dell’utilizzo improprio che ne hanno fatto diversi utenti. Ma non solo: l’algoritmo sembra essere fuori controllo e diversi utenti si lamentano della poca moderazione dei contenuti, da quelli sessualmente espliciti a quelli politicamente (troppo) scorretti. Insomma, problemi che in parte riguardano ancora moltissimi social network, ma che sembra avere più risonanza su Threads perché è la novità del momento.
Conclusioni
Trovo che sia molto interessante la scelta di proporre un’estensione di Instagram, permettendo agli utenti di pubblicare e fruire contenuti prettamente testuali. Un nuovo formato implica sempre nuove occasioni per sperimentare e connettersi col pubblico. Bisognerà capire se sul lungo periodo l’utente medio di Instagram si abituerà a creare e consumare contenuti più testuali che visivi.
Se la possibilità di iscriversi tramite Instagram è sicuramente una comodità e ha permesso a Meta di portare subito tanti utenti, questo ha impedito a Threads di emergere e crearsi una propria identità da zero. Gli utenti di Threads si ritrovano ad avere due app senza una distinzione netta, in cui spesso seguono gli stessi utenti, i quali potrebbero pubblicare gli stessi contenuti su entrambe le piattaforme. È chiaro che se dovesse continuare così, nessuno troverebbe la necessità di rimbalzare da una piattaforma all’altra. Serviranno sicuramente nuove modalità e formule per trattenere gli utenti anche sul lungo periodo.
Threads avrà successo per meriti propri o dipenderà tutto dall’eventuale caduta di Twitter/X? È possibile che faccia la fine di ClubHouse e BeReal? Ancora è presto per dirlo. Io, nel frattempo, continuo a testarlo!