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LEWIS

Di

TEAM LEWIS

Pubblicato il

Novembre 8, 2021

Tag

digital PR, Social Listening

Il web è stracolmo di contenuti e la loro proliferazione è aumentata a dismisura nell’ultimo decennio. Con la diffusone di smartphone e social network, i consumatori sono costantemente bombardati da messaggi, notifiche e pubblicità da parte dei brand.


social listening nelle digital pr

C’è un problema fondamentale di deficit d’attenzione: la maggior parte delle persone riesce a processare una quantità limitata d’informazioni in un dato lasso di tempo. È il motivo per cui i tweet hanno un limite di 280 caratteri o le storie Instagram durano solo 15 secondi. Le persone non potrebbero gestire in maniera efficace le loro vite se prestassero attenzione a tutte le informazioni e gli stimoli da cui sono costantemente sollecitate.

La maggior parte dei consumatori cerca di restringere volontariamente il proprio raggio di attenzione, come se indossasse dei paraocchi per cavalli da corsa. È un meccanismo difensivo che permette di non sentirsi sopraffatti dalle costanti interruzioni quotidiane e ci consente di recepire solo i contenuti che riteniamo importanti in uno specifico momento.

Infine, il comportamento di acquisto dei consumatori è generalmente dinamico, imprevedibile e molto difficile da monitorare. La logica del classico funnel d’acquisto è ormai datata, non si tratta più di un percorso lineare ma altamente irregolare.

Oggi i consumatori fanno ricerche online, chiedono agli amici, cercano conferme da terze parti, vengono influenzati da un cartellone pubblicitario, cliccano su un post sponsorizzato e poi finiscono per acquistare il prodotto sei mesi dopo in negozio.

L’importanza strategica del Social Listening

Nel mondo delle Digital PR esistono diversi tool che possono facilitare l’analisi e la raccolta di informazioni utili per ricavarne indicazioni strategiche. Uno di questi è Meltwater ad esempio, fondamentale specialmente per quanto riguarda il social listening.

Si tratta di piattaforme che consentono il monitoraggio attivo del web esaminando ogni giorno milioni di post social e contenuti provenienti da blog o siti d’informazione. Sono strumenti per analisi del pubblico molto specifiche che permettono di tracciare determinati cluster per comprendere bene cosa gli interessa e in che modo ne parlano.

Questi tool sono un supporto utilissimo nella realizzazione di contenuti, relazioni media, sponsorizzazioni e campagne d’influencer marketing che diventano totalmente data-driven.

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Social Listening e Big Data favoriscono uno storytelling più efficace

Un approccio strutturato alla content strategy e allo storytelling deve basarsi su uno studio preliminare della sensibilità del pubblico di riferimento. Vanno condotte diverse analisi per capire di cosa parla il proprio target, i suoi desiderata, cosa considera top of mind, cosa legge, cosa condivide e con che toni. Da ciò va poi elaborato un approccio editoriale che segue le preferenze dell’audience individuata, cercando di raggiungere la massima rilevanza per il target designato.

Tramite diversi tool, è possibile identificare quali sono i post che sono più visti e condivisi dagli utenti di nostro interesse. Possiamo fare approfondimenti per valutare quale genere di contenuti riscuota più successo per tale audience e targettizzare in maniera mirata una strategia di Digital PR.

Un approccio data-driven consente di profilare e monitorare persone reali che si autoindentificano come parte di determinati gruppi sociali, solitamente attraverso la professione o le varie aree d’interesse. Vanno poi sfruttati i giusti canali social per veicolare in maniera mirata i contenuti sponsorizzati verso un target specifico, ricavando anche utili insight su come questo ha interagito con i contenuti in questione.

I dati condizionano la scelta dell’influencer

Il nostro approccio all’influencer marketing si basa sul modello 1:9:90:

  • L’1% è rappresentato dagli influencer che creano contenuti, influenzano il mercato e generano buzz attorno determinati topic
  • Il 9% è costituito dagli utenti che sono molto attivi online, quelli che condividono i post degli influencer aggiungendo commenti e opinioni
  • Il 90% sono coloro che si lasciano influenzare senza esporsi, ovvero la grande maggioranza del mercato, quelli che decidono quanto sia stato convincente il restante 10% a raccontare la storia del tuo brand

Una volta identificati gli influencer più adatti per le campagne, inizia una attenta attività di social listening per monitorare di cosa parlano le loro community, cosa pensano, leggono e condividono. Da lì parte il processo di attivazione dell’Influencer che lo condurrà a essere un sostenitore impegnato e consapevole del servizio che andrà a promuovere. Attraverso diverse strategie, l’obiettivo finale sarà quello spingere tutti gli ambassador coinvolti a diventare convinti supporter del brand sponsorizzato.

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