Diversità e inclusione, che prima erano un mero insieme di obblighi di legge, oggi rappresentano un’opportunità unica per rendere il management più efficace da diversi punti di vista. Costruendo un ambiente di lavoro che rispetta e valorizza l’unicità di ogni singolo individuo, infatti, è possibile migliorare il clima aziendale, incentivare la produttività dei dipendenti e attrarre nuovi talenti. Insomma, abbracciare la diversità significa contribuire al raggiungimento degli obiettivi aziendali.
Il significato dell’acronimo D&I
Cominciamo dalle basi. L’acronimo D&I sta per Diversity & Inclusion, due concetti che, sebbene distinti, sono strettamente connessi.
- Diversity si riferisce alla presenza di differenze all’interno di un gruppo o organizzazione, come quelle legate a genere, etnia, età, orientamento sessuale, abilità, esperienze personali o background culturale.
- Inclusion, invece, rappresenta l’approccio e le azioni che permettono a tutte le persone, indipendentemente dalle loro differenze, di sentirsi valorizzate, rispettate e parte integrante di un sistema.
Insieme, diversità e inclusione costituiscono due elementi strategici fondamentali per costruire ambienti lavorativi più equi, dove l’espressione e la valorizzazione della propria unicità permettono di contribuire al successo aziendale collettivo.
Diversità e inclusione: com’erano ieri e come sono oggi
In passato, diversity e inclusion erano spesso considerate argomenti secondari, con iniziative sporadiche e percepite come meri adempimenti legali per conformarsi alle normative vigenti o per rispondere alle pressioni esterne di enti e associazioni. Le politiche adottate in precedenza erano viste quindi come azioni simboliche, più orientate alla conformità normativa che a una strategia aziendale integrata.
Oggi, invece, la D&I è una vera e propria parte integrante dell’approccio di un’azienda, basandosi su obiettivi misurabili che generano un impatto concreto sul business. Le aziende moderne riconoscono nella diversificazione e nell’inclusione due forze motrici per migliorare il benessere organizzativo, la produttività e l’attrattività del brand. Un ambiente di lavoro che abbraccia la diversità, inevitabilmente aiuta le persone a sentirsi parte di un’unica grande realtà e crea un senso di cultura collettiva che mette al centro ogni persona con le sue caratteristiche specifiche.
Tra gli approcci adottati oggigiorno, possiamo trovare diverse tipologie di politiche interne più o meno strutturate. Queste possono essere integrate nella cultura aziendale attraverso attività di sensibilizzazione, formazione in merito al diversity management e alla leadership consapevole. Inoltre, viene prestata una maggiore attenzione alle molteplici dimensioni della diversità, come età, genere, etnia, disabilità, religione, credo politico e orientamento sessuale, rispondendo alla crescente richiesta di inclusione e parità di genere, soprattutto da parte delle nuove generazioni.
Cosa ha stimolato una maggiore sensibilizzazione verso la D&I?
Sono diversi i fattori hanno contribuito a un’evoluzione significativa nell’ approccio alla D&I. In particolare, riguardano cambiamenti nella società, nella cultura e nelle regolamentazioni.
1. Società
La società ha vissuto cambiamenti radicali che hanno aumentato la consapevolezza riguardo alla diversità e all’inclusione. Movimenti globali come #MeToo e Black Lives Matter hanno sensibilizzato l’opinione pubblica e stanno spingendo le aziende a essere più trasparenti e concretamente impegnate su questi temi.
2. Cultura aziendale
Le nuove generazioni, tra cui Millennials e Gen Z, sono particolarmente attente all’inclusività nei luoghi di lavoro. La ricerca di ambienti che rispecchiano i loro valori – come la parità di genere, la promozione della diversità e la pluralità di prospettive – è diventata la priorità base nella scelta del datore di lavoro e non può più essere ignorata. Ecco perché la cultura aziendale si evolve di pari passo con queste trasformazioni sociali, influenzando il modo in cui i dipendenti percepiscono il loro ambito lavorativo. Le aziende che sono in grado di creare un luogo di lavoro dove le differenze sono apprezzate e promosse, non solo guadagnano in termini di attrattività del brand, ma anche in competenza e innovazione.
3. Regolamentazioni e certificazioni
La Commissione Europea attribuisce grande importanza alla D&I, riconoscendola come un elemento fondamentale per promuovere società più eque e coese. A questo si aggiungono anche diverse normative internazionali sempre più stringenti, che richiedono alle aziende di condividere i progressi interni in materia di D&I, spingendole a un impegno costante e documentato. Le certificazioni di diversity e inclusion diventano così uno strumento fondamentale per garantire l’autenticità degli impegni presi.
L’importanza di un approccio strategico consapevole
Integrare diversità e inclusione nelle proprie pratiche aziendali significa soprattutto saper capitalizzare su questi aspetti per migliorare le competenze e le abilità all’interno del team, creando un ambiente di lavoro che favorisce lo sviluppo personale e professionale. Le aziende che adottano politiche di diversity management riconoscono che ognuno, indipendentemente dalla sua origine o dal suo background, ha il potenziale di portare un valore aggiunto unico.
Un aspetto fondamentale che le aziende devono considerare riguarda l’uso consapevole dei dati interni per ridurre i bias e garantire che le differenze siano valorizzate piuttosto che ignorate. La raccolta di dati accurati consente un miglioramento continuo, in particolare durante la valutazione delle performance, dei processi di selezione e delle opportunità di crescita per i dipendenti. Questo tipo di attenzione, sul lungo periodo, è anche in grado di migliorare le relazioni fra team e direttivo e favorisce un senso di appartenenza e partecipazione.
Il dietro le quinte
Sebbene ci siano stati progressi significativi in materia di diversità e inclusione, persistono ancora numerosi gap aziendali tra ciò che viene dichiarato e ciò che viene effettivamente concretizzato. Per molte aziende, la D&I è sicuramente un argomento di tendenza, ma quanto di ciò che viene promosso si traduce in azioni concrete?
Spesso la raccolta di dati relativa a questi aspetti è frammentata e difficile, poiché molte iniziative risultano isolate o rivolte solo ad alcuni target specifici. A ciò si aggiunge il fatto che, secondo alcuni recenti studi, solo il 6% delle aziende italiane sta sviluppando una cultura realmente inclusiva.
C’è sicuramente ancora molta strada da fare: questo è solo un punto di partenza, ma adesso dobbiamo tutti impegnarci per adottare un approccio a medio-lungo termine che coinvolga diverse aree, livelli e categorie aziendali. Solo un impegno collettivo e coordinato da un punto di vista strategico, organizzativo ed educativo potrà colmare definitivamente questi gap.
Conclusione
La Diversity & Inclusion non deve essere vista solo come un obbligo normativo o una conformità sociale, ma come una scelta strategica che crea valore sia per le persone all’interno della propria azienda che per il business a livello più generale. Le aziende che hanno già intrapreso questo percorso e sono impegnate in un autentico cambiamento sono quelle che riescono ad attrarre i migliori talenti, ad aumentare i tassi di retention e ad affrontare le nuove sfide con maggiore resilienza ed empatia.
Investire nella diversità e nell’inclusione significa guardare al futuro, costruendo organizzazioni capaci di rispondere a un mondo sempre più globale e complesso. È un’opportunità per innovare, crescere e creare un impatto positivo, non solo per i propri dipendenti, ma anche per la società nel suo insieme. Solo con un impegno autentico e continuativo è possibile creare ambienti in cui ogni individuo si senta valorizzato nella sua unicità e nelle sue differenze, contribuendo così al successo collettivo.