La pandemia ha imposto nuove abitudini quotidiane e il compito di prendersi cura dei figli rischia di tornare un’esclusiva delle mamme, con gravi ricadute sulla loro vita professionale. Anche per questo, oggi è più importante che mai ricordare quanto sia fondamentale un’equa distribuzione dei compiti domestici e di cura dei figli fra i partner, che siano mamme o papà.
Leggi anche: Progressi nella Gender Equality: una ricerca post-COVID
Quando si parla di genitorialità, sembra che le mamme catturino immediatamente l’attenzione, ma negli ultimi anni i ruoli genitoriali si sono maggiormente equilibrati (per fortuna!) e i papà millennial si differenziano sempre di più dalle generazioni precedenti e si dimostrano padri attenti, presenti e desiderosi di occuparsi dei propri figli e figlie.
Marketing dad-oriented
I papà sono poco soddisfatti di come la loro figura viene rappresentata e raccontata. Secondo una ricerca, il 38% dei padri trova che i brand non descrivano accuratamente il loro ruolo e l’85% afferma di essere un genitore più competente rispetto allo stereotipo, duro a morire, del “papà maldestro”.
Già da qualche anno, alcune aziende sono riuscite a creare contenuti o campagne marketing dad-oriented di successo, come LEGO e PlayStation, ma sembra che i padri non si sentano ancora del tutto capiti dai professionisti del marketing e, di conseguenza, inclusi nelle strategie dei brand.
Eppure, i padri millennial ci tengono a essere buoni genitori e per questo sono sempre a caccia di ispirazione, di suggerimenti e di spazi di confronto online con altri padri. Anche se spesso sono meno noti delle loro colleghe donne, ci sono numerosi papà influencer online, che hanno saputo raccogliere sui loro blog e profili social community di papà che si scambiano consigli e suggerimenti sulla genitorialità.
Leggi anche: Daddy blogger: se il papà diventa influencer
I trend dell’influencer marketing
Il mondo dell’influencer marketing, come tutto, ha subito una rivoluzione nell’ultimo anno. I consumatori richiedono ora più che mai che i brand e i creator prendano posizione su temi sociali e portino avanti i propri valori.
Per il prossimo anno, i trend previsti nel mondo dell’influencer marketing indicano un cambio di rotta:
-
Nuovi canali, nuovi formati.
Nel 2020 abbiamo assistito alla crescita di due piattaforme, Pinterest e Twitch, anche se il vero boom è stato quello delle più celebri Instagram e TikTok. Quello che emerge con forza è la preferenza degli utenti per i contenuti video brevi, effimeri e verticali offerti dai due social con le challenge e i balli di TikTok o con i Reels di Instagram.
-
“Estetica del normale”.
Complice lo stare a casa, gli utenti hanno iniziato a preferire contenuti quotidiani e “senza filtri”, più spontanei e autentici, e a mostrare meno interesse per quelli troppo patinati. Alcuni creator sono stati anche accusati di scarsa sensibilità per i loro contenuti di viaggi e lusso nel pieno della pandemia.
Leggi anche: È la fine della cultura degli influencer così come la conosciamo?
-
Micro e nano influencer.
Sempre più brand preferiscono affidare le proprie campagne a diversi micro e nano influencer, piuttosto che a un solo creator da centinaia di migliaia di follower. Il seguito di questi creator è meno ampio, ma il tasso di engagement è decisamente più alto. Per gli influencer di ogni tipo è fondamentale la costruzione di un’identità distintiva e unica che ispiri le proprie community presentandosi come dei veri e propri role model. Micro e Nano influencer raccolgono community ristrette, con follower accomunati dagli stessi interessi, gusti e abitudini di acquisto, permettendo ai brand che collaborano con loro di sviluppare strategie focalizzate su target molto specifici.
Leggi anche: Il lato nano dell’influencer marketing
Cosa significa questo per i papà influencer?
Già da prima della pandemia, i papà influencer hanno spesso fanbase più piccole e molto coinvolte, con le quali condividono momenti quotidiani e senza filtri, per raccontare la propria genitorialità. Insomma, questo potrebbe essere l’anno dei papà influencer. Sapranno i papà millennials sfruttare appieno le loro potenzialità? Ma soprattutto, sapranno i team di marketing cogliere l’opportunità per dare vita a campagne dad-oriented che piacciano (davvero) anche ai padri?