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LEWIS

Di

Chelsea Sy

Pubblicato il

Maggio 31, 2022

Tag

GenZ, Sostenibilità

I ragazzi della Gen Z stanno crescendo, oggi i più grandi hanno circa 25 anni e con loro iniziano a emergere nuovi valori e nuove esigenze di questa generazione. I brand saranno pronti a intercettarli?


Gli Zoomer sono i nati dopo il 1996 e sono stati ribattezzati come “la generazione TikTok”. Non hanno mai conosciuto un mondo senza internet, sono cresciuti durante la Grande Recessione e molti hanno vissuto il raggiungimento della maggiore età in una pandemia globale. Cresciuta in un’epoca in cui i contenuti e le informazioni sono liberamente condivisi e facilmente accessibili per tutti, la Gen Z si appresta a essere una delle generazioni più disruptive di sempre. Entro il 2030 il loro reddito collettivo dovrebbe raggiungere circa 33 trilioni di dollari, superando quello dei Millennial.

I ragazzini ormai sono cresciuti, sono diventati professionisti, nuovi consumatori e giovani talenti. I brand, gli esperti di marketing e persino i datori di lavoro sono ansiosi di entrare in contatto con le nuove generazioni. Sarà interessante assistere a come questa generazione, da sempre impegnata ad allineare le scelte di vita ai propri valori, si adatterà alle dinamiche del lavoro e del consumismo. O forse saranno veramente capaci di cambiare il mondo per farlo adattare a loro?

Leggi anche: Sostenibilità e uguaglianza di genere: marchi da tenere d’occhio

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La questione della Sostenibilità

In uno studio globale condotto dal TEAM LEWIS con HeForShe, è emerso che la Gen Z dà la priorità al cambiamento climatico e all’uguaglianza di genere rispettivamente come la terza e la quarta questione sociale più urgente, dopo le opportunità economiche e i diritti LGBTQ+. Altre generazioni la pensano diversamente, con solo il 51% dei boomer che condividono la stessa visione. Da Fridays For Future di Greta Thunberg a Oluwaseyi Moejoh di U-Recycles Initiative, la Gen Z non è solo parte del movimento ambientalista, ma lo sta guidando.

Un rapido sguardo ai feed social media degli zoomer rivela l’intenso legame della Gen Z con la salvaguardia dell’ambiente. Con l’hashtag #Sostenibilità che raccoglie più di 12 milioni di post su Instagram, e i video di tendenza su TikTok e Youtube a tema #thrifttok che spopolano, il panorama social è dominato dall’appello della Generazione Z alla consapevolezza  delle problematiche ambientali. Gli Zoomer non utilizzano le piattaforme solo per condividere contenuti, ma hanno una vera a propria cultura della responsabilità che si alimenta sui social. Basti pensare anche a come gestiscono il rapporto con i propri brand preferiti: basta pensare al caso dell’indignazione generale per le dichiarazioni di Elisabetta Franchi sulla scelta delle donne per i ruoli dirigenziali in azienda.

Per la Generazione Z, la sostenibilità non è solo una questione di bianco e nero. I giovani capiscono che il cambiamento climatico è una preoccupazione universale e la giustizia ambientale riguarda la salvaguardia del pianeta e la salute delle persone. Sono consapevoli degli effetti sproporzionati del climate change sulle donne e sono anche più propensi a impegnarsi attivamente dopo aver appreso della correlazione fra i due fenomeni. Quindi, aggiungere semplicemente “materiali riciclati” e “pratiche sostenibili” alla tua mission aziendale non ti aiuterà se poi non metti in pratica concretamente ciò che comunichi. La Gen Z pretende un cambiamento e vuole che siano i grandi marchi ad aprire a strada.

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La Gen Z: consumatori attivisti

Da consumatori desiderosi di valore, gli Zoomer continuano nella ricerca di un significato oltre i propri acquisti personali e la propria vita lavorativa. Secondo First Insight, la Generazione Z, come i Millennial, è maggiormente incline a prendere decisioni di acquisto in base ai propri valori. La maggior parte degli acquirenti della Gen Z preferisce i marchi sostenibili ed è persino disposta a spendere un ulteriore 10% in più per prodotti ecologici. Infatti, 3 consumatori su 4 della Generazione Z danno la priorità alla sostenibilità rispetto al marchio quando si tratta di effettuare un acquisto.

Anche i trend del settore moda vanno verso la sostenibilità: i consumatori della Generazione Z sono generalmente contrari al fast fashion e sempre più desiderosi di acquistare prodotti di seconda mano, visto il successo di marchi come Depop, ThredUp o RealReal.

Orientarsi verso un futuro sostenibile per i marchi non deve necessariamente significare ridurre i profitti. Dal 2019, il mercato della rivendita di abbigliamento è cresciuto del 55% e ora vale circa 40 miliardi di dollari. Anche il settore del lusso ne sta prendendo atto capitalizzando il potenziale in gran parte non sfruttato della rivendita sui mercati secondari.

Per favorire il riciclo dei propri capi di abbigliamento, il marchio di moda scandinavo Samsøe Samsøe ha lanciato il Resell Tag, un’etichetta cucita sui capi di abbigliamento che riporta un codice QR scansionabile per facilitare la rivendita dei capi. Kering, il gruppo internazionale di cui fanno parte marchi come Gucci e Saint Laurent, ha dato il via alle danze con una partecipazione del 5% nella piattaforma di rivendita di lusso francese Vestiaire Collective nel 2021.

L’influenza della Gen Z verso acquisti sostenibili è riscontrabile anche fra i loro genitori, la Gen X, e nei nonni Boomer. Quasi il 90% dei consumatori della Gen X è disposto a spendere anche il 10% in più per un prodotto sostenibile, rispetto al 34% registrato nel 2020. Nel giro di solo un anno la partecipazione dei Baby Boomers al mercato dei beni di seconda mano è aumentato quasi del 30%.

I ragazzi della Generazione Z stanno diventato attori economici sempre più importanti grazie al loro crescente potere d’acquisto, le aziende devono ascoltare la voce di questi nuovi consumatori e seguire i loro input, dando sempre priorità alla sostenibilità per rimanere competitivi.

La Generazione Z come nuovo paradigma

Oltre a essere consumatori responsabili, gli Zoomer cercano di perseguire i propri valori anche nella vita professionale e sul posto di lavoro. Le aziende che non metteranno a fuoco le aspettative della Gen Z rischieranno di perdere un’ondata di candidati di talento. Secondo il nostro report, il 96% della Gen Z crede che le aziende dovrebbero essere attivamente coinvolte nella risoluzione dei problemi sociali, mentre più della metà si rifiuta di lavorare per un brand di cui non condivide i valori. Non sorprende che questa generazione presti particolare attenzione anche a come un’azienda gestisce le sue politiche relative all’inclusività di diverse etnie, generi e culture.

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Cosa possono fare i brand per allinearsi con i valori della Gen Z?

1 – Evitare il GreenWashing

Per la Generazione Z, essere sostenibili non significa solo “supportare le aziende ecologiche”, ma essere etici e trasparenti in ogni aspetto della propria attività. Si tratta di un modus operandi trasversale a ogni aspetto della vita aziendale: dagli sforzi per ridurre le emissioni di CO2, all’impegno per garantire condizioni di lavoro umane fino alla sostenibilità della catena di approvvigionamento e produzione.

La Gen Z è anche molto scettica sulla sincerità delle azioni di Green Marketing intraprese dai grandi marchi. Aggiungere semplicemente le parole d’ordine “Eco-friendly” e “Sostenibile” oppure pubblicare una bella grafica per la giornata della terra non è più sufficiente. La generazione Z ha bisogno di prove innegabili e concrete dell’impatto positivo della tua azienda.

2 – Dare importanza all’inclusività

Valorizzare la diversità e l’inclusione sul posto di lavoro porta a una maggiore eterogeneità di pensiero nel processo decisionale, a una maggiore collaborazione e una migliore narrazione. Nelle tue attività di comunicazione, non stereotipare le minoranze per “aggiungere colore”. Fai uno sforzo sincero nel rappresentare le comunità storicamente emarginate mettendone in luce di diversi aspetti, come la creatività, le capacità, la forza.

Nel recruiting, cerca di includere persone BIPOC, LGBTQ+ e di altri gruppi, in questo modo il tuo pool di candidati rifletterà una vasta gamma di identità per tutti i livelli di leadership. Ricorda che le abilità possono essere coltivate in varie forme e ambienti, considera di ampliare i tuoi requisiti nelle job description per include anche figure con background “non tradizionali”.

3 – Essere autentici

Non esiste un approccio universale alla responsabilità sociale d’impresa, ma questo non dovrebbe scoraggiare la tua azienda dal fare propria parte. La tua missione è unica, quindi anche i tuoi sforzi di CSR dovrebbero esserlo. Assicurati che le tue azioni siano fedeli alla tua azienda riflettendo non solo il tuo marchio, ma anche la tua cultura. Inizia chiedendo al tuo team cosa conta per loro, cosa si aspettano dal proprio datore di lavoro.

Se vuoi saperne di più su come comunicare il tuo impegno per la sostenibilità e per la parità di genere leggi i nostri altri articoli sul tema:

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